OLI DI SEMI NEI CIBI MODERNI: QUANTO SONO DIFFUSI E PERCHÉ SONO DANNOSI PER LA SALUTE

Negli ultimi decenni, l’industria alimentare ha subito una trasformazione radicale, con l’introduzione massiccia di oli vegetali derivati da semi, noti come seed oil. Questi oli, economici e facili da produrre, sono diventati onnipresenti nei prodotti alimentari trasformati. Ma quanto sono comuni e, soprattutto, quanto sono dannosi per la nostra salute? In questo articolo, esploreremo la diffusione dei seed oil, i loro effetti sulla salute e le evidenze scientifiche che ne dimostrano la pericolosità.


COSA SONO I SEED OIL E DOVE SI TROVANO?

I seed oil sono oli estratti dai semi di diverse piante attraverso processi industriali che spesso includono l’uso di solventi chimici, alte temperature e raffinazione. Tra i più comuni troviamo:

  1. Olio di semi di soia
  2. Olio di semi di girasole
  3. Olio di semi di mais
  4. Olio di semi di cotone
  5. Olio di colza (canola)
  6. Olio di cartamo
  7. Olio di vinaccioli (dai semi dell’uva)

Questi oli sono presenti in una vasta gamma di prodotti alimentari, tra cui:

  • Snack confezionati (patatine, cracker, biscotti)
  • Margarine e burri vegetali
  • Salse e condimenti (maionese, ketchup)
  • Cibi fritti (dai fast food ai surgelati)
  • Prodotti da forno industriali

La loro diffusione è legata al basso costo di produzione e alla lunga conservabilità. Ma il prezzo minore per il produttore lo pagano poi i consumatori in termini di salute e potrebbe essere davvero troppo alto. Vediamo perchè.


PERCHÉ I SEED OIL SONO DANNOSI?

I seed oil sono stati associati a numerosi problemi di salute, principalmente a causa del loro profilo lipidico e dei processi di lavorazione industriale. Ecco i principali motivi per cui sono considerati dannosi:

1. Alto contenuto di acidi grassi omega-6

I seed oil sono ricchi di acidi grassi omega-6. Sebbene gli omega-6 siano essenziali per l’organismo, il loro consumo eccessivo rispetto agli omega-3 (presenti in pesce, noci e semi di lino) può portare a uno squilibrio infiammatorio. Questo squilibrio è stato collegato a malattie croniche come:

  • Malattie cardiovascolari
  • Diabete di tipo 2
  • Obesità
  • Malattie autoimmuni

Uno studio pubblicato su The American Journal of Clinical Nutrition ha evidenziato come un rapporto sbilanciato tra omega-6 e omega-3 possa favorire l’infiammazione sistemica, aumentando il rischio di patologie croniche (Simopoulos, 2002).

2. Processi di raffinazione e formazione di composti tossici

Durante la raffinazione, i seed oil vengono sottoposti a temperature elevate e trattamenti chimici che possono generare composti dannosi, come gli aldeidi e i lipid peroxides. Questi composti sono noti per essere tossici e potenzialmente cancerogeni.

Uno studio pubblicato su Food Chemistry ha dimostrato che il riscaldamento degli oli vegetali porta alla formazione di sostanze ossidate che possono danneggiare le cellule e contribuire allo stress ossidativo (Guillén & Goicoechea, 2008).

3. Impatto sulla salute metabolica

Il consumo eccessivo di seed oil è stato associato a un aumento del rischio di resistenza all’insulina e sindrome metabolica. Uno studio pubblicato su PLOS ONE ha rilevato che un’alta assunzione di acido linoleico (presente nei seed oil) è correlata a un maggiore rischio di obesità e diabete (Klein-Platat et al., 2005).

4. Effetti sulla salute cardiovascolare

Contrariamente a quanto si credeva in passato, i seed oil non sono necessariamente benefici per il cuore. Anzi, il loro consumo eccessivo può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari. Uno studio pubblicato su BMJ ha evidenziato che la sostituzione dei grassi saturi con oli vegetali ricchi di omega-6 non riduce il rischio di malattie cardiache e potrebbe addirittura aumentarlo (Ramsden et al., 2016).


COME RIDURRE IL CONSUMO DI SEED OIL?

Per limitare l’assunzione di seed oil, è possibile adottare alcune strategie:

  1. Leggere le etichette: Evitare prodotti che contengono oli di soia, girasole, mais, colza o altri seed oil. Vi renderete conto che evitarli è difficilissimo. Li mettono ovunque.
  2. Preferire oli più sani: Optare per oli come l’olio extravergine di oliva, l’olio di cocco o il burro chiarificato (ghee).
  3. Cucinare a casa: Preparare i pasti in casa utilizzando ingredienti freschi e non trasformati.
  4. Limitare i cibi fritti: Evitare i cibi fritti nei ristoranti e nei fast food, dove spesso vengono utilizzati seed oil.

CONCLUSIONE

I seed oil sono diventati un ingrediente onnipresente nella dieta moderna, ma il loro consumo eccessivo rappresenta una minaccia per la salute. Dall’infiammazione cronica ai rischi cardiovascolari, le evidenze scientifiche suggeriscono che è necessario ridurre l’assunzione di questi oli e optare per alternative più sane. Prestare attenzione alle etichette e fare scelte alimentari consapevoli può fare la differenza per il nostro benessere a lungo termine.


BIBLIOGRAFIA

  1. Simopoulos, A. P. (2002). The importance of the ratio of omega-6/omega-3 essential fatty acids. The American Journal of Clinical Nutrition, 76(1), 1-2.
  2. Guillén, M. D., & Goicoechea, E. (2008). Formation of oxygenated α,β-unsaturated aldehydes and other toxic compounds in sunflower oil oxidation at room temperature in closed receptacles. Food Chemistry, 111(1), 157-164.
  3. Klein-Platat, C., Drai, J., Oujaa, M., Schlienger, J. L., & Simon, C. (2005). Plasma fatty acid composition is associated with the metabolic syndrome and low-grade inflammation in overweight adolescents. PLOS ONE, 1(1), e43.
  4. Ramsden, C. E., Zamora, D., Leelarthaepin, B., Majchrzak-Hong, S. F., Faurot, K. R., Suchindran, C. M., … & Hibbeln, J. R. (2016). Re-evaluation of the traditional diet-heart hypothesis: analysis of recovered data from Minnesota Coronary Experiment (1968-73). BMJ, 353, i1246.
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