DIGITALIZZAZIONE A TUTTI I COSTI?

Quale è e quale sarà il costo della digitalizzazione per le persone comuni? Perché le istituzioni spingono così tanto questa agenda?

Quando qualcuno spinge insistentemente per farci adottare una novità, sarebbe saggio chiedersi il perché. Questo comportamento è oggigiorno davvero poco comune nella società “sapientemente distratta” in cui viviamo.

Spesso dietro tutto ci sono interessi vari che vengono nascosti e coperti con belle parole fatte di supposti doveri civici, senso del dovere, democrazia, innovazione, diritti, praticità. Il cavallo di troia per eccellenza poi è la comodità. Il “perchè così poi è più comodo” sembra bypassare completamente qualsiasi pensiero critico nei riguardi di una cosa nuova.

Ma ogni innovazione, soprattutto in ambiti sensibili, dovrebbe essere sottoposta a un’analisi rigorosa di rischi e benefici. La digitalizzazione non fa eccezione, espone la persona comune a grossi rischi non sufficientemente valutati. È un pò come lasciare la porta aperta perchè è più comodo e poi doversi rendere conto che ci hanno occupato la casa e che abbiamo perso tutte le nostre cose.

Cos’è la digitalizzazione?

La digitalizzazione è il processo di conversione di informazioni, dati, processi o sistemi analogici in formato digitale, rendendoli accessibili tramite dispositivi elettronici. Applicata a numerosi ambiti – dalla trasformazione di documenti cartacei alla gestione automatizzata di interi settori – promette maggiore efficienza, accesso rapido alle informazioni e nuove opportunità di innovazione.

Tuttavia, questi benefici si accompagnano a rischi significativi, specialmente quando si tratta di dati sensibili come informazioni sanitarie, bancarie o documenti d’identità. Imporre quindi la digitalizzazione, soprattutto se inerente dati sensibili come informazioni sanitarie o bancarie, documenti d’identità, può portare a gravi conseguenze per la persona comune e sarebbe il caso li conoscesse.

Rischi della digitalizzazione

Fragilità dei sistemi digitali

Un documento cartaceo è difficile da eliminare o manipolare, ecco perchè alcune famose dittature facevano i falo’ coi libri.

Al contrario, i dati digitali possono essere cancellati, alterati o violati con un clic, rendendo molto più facile il controllo sulle informazioni e sulle vite delle persone. Eventi recenti evidenziano queste vulnerabilità (i link in bibliografia):

  • Facebook Data Breach (2021): oltre 500 milioni di utenti hanno subito la fuga di informazioni personali.
  • Attacco hacker ai sistemi d’identità digitale (dicembre 2024): ha compromesso la privacy di dati essenziali di milioni di cittadini.
  • Interruzione globale dei sistemi Microsoft (luglio 2024): un aggiornamento difettoso ha causato disservizi in aeroporti, banche e ospedali.
  • Attacco a CEPOL (giugno 2024): un’agenzia dell’UE ha subito una violazione che ha compromesso dati cruciali bloccando completamente, dal punto di vista amministrativo, questo Ente europeo di Polizia.

Perdita di controllo sui dati

Chi garantisce che i nostri dati siano al sicuro? Nonostante le promesse delle aziende, le vulnerabilità restano evidenti. E il problema non è solo la sicurezza: è anche l’uso dei dati. Social network e motori di ricerca ci profilano costantemente per scopi di marketing, ma cosa accade quando governi o aziende sfruttano questi dati per scopi repressivi?

Un esempio è stato il Canada nel 2022, dove i telefonini dei manifestanti sono stati tracciati, i dati personali ricavati e conti correnti bloccati per prevenire ulteriori proteste. La digitalizzazione potrebbe rendere più semplice attuare misure punitive simili su larga scala per i cosiddetti reati di opinione.

Il ruolo delle istituzioni e la spinta alla digitalizzazione

Le istituzioni giustificano l’adozione forzata della digitalizzazione con argomentazioni come innovazione, sicurezza e progresso. Tuttavia, è fondamentale chiedersi: chi trae vantaggio da questa trasformazione? Startup, grandi aziende tecnologiche e governi sembrano essere i principali beneficiari, mentre i cittadini si assumono completamente i rischi. Non vi suona come già visto poco tempo fa?

Inoltre, l’imposizione di sistemi digitali solleva questioni etiche. La scelta di digitalizzare dati personali dovrebbe essere volontaria, non un obbligo. I documenti cartacei dovrebbero rimanere validi per chi non vuole o non può affidarsi esclusivamente al digitale. Alcuni servizi per professionisti invece sono già accessibili solo tramite identità digitale o SPID.

E’ notizia recente che ora verranno digitalizzate le cosiddette “ricette bianche” del Medico prescrittore italiano. Queste seguono la digitalizzazione precedente delle “ricette rosse” del Sistema Sanitario Nazionale. Quest’ultimo caso poteva avere un senso per contenere i costi, ma se un paziente compra i suoi farmaci che problemi ci sono? Il motivo dichiarato è la valutazione dell’appropriatezza prescrittiva. Ma chi può valutare dall’esterno se un farmaco è appropriato per un paziente se non il Medico che ha svolto regolare colloquio con lui, che lo ha valutato personalmente? Ricordo che le stesse linee guida sono riferimenti che il Medico può decidere di seguire o meno dopo aver ragionato sul caso specifico. Per ora le ricette cartacee pare saranno ancora accettate dalle farmacie ma forse presto non sarà più così. Allora la mente corre al periodo pandemico dove le linee guida erano paracetamolo e vigile attesa. In quei casi molti medici si erano presi il rischio di prescrivere antinfiammatori e di controllare i pazienti costantemente. Ma che potrebbe succedere se in una futura pandemia venissero accettate solo ricette allineate alla versione ufficiale, anche nel caso questa fosse errata?

Domande critiche da porsi

  1. Il gioco vale la candela?
    • La promessa di comodità giustifica i rischi per la sicurezza e la privacy?
    • Chi si assume la responsabilità in caso di violazioni?
  2. Come vengono utilizzati i nostri dati?
    • Conosciamo veramente l’uso che aziende e governi fanno delle nostre informazioni?
    • Quali sono i limiti posti alla profilazione e alla sorveglianza? Vengono fatte liste di persone che hanno determinate opinioni difese, quali che siano, dalla nostra carta costituzionale?
  3. Quali tutele esistono per i cittadini?
    • I sistemi digitali possono essere manipolati per creare reati d’opinione o bloccare dissidenti? Perchè veniamo da un periodo in cui soggetti privati come i gestori di piattaforme social hanno limitato il diritto di parola di liberi cittadini nonostante esso fosse difeso dalla costituzione. Lo scandalo attuale, di cui non molti canali d’informazione parlano, è che queste direttive fossero calate dall’alto dalla precedente amministrazione Americana. Modus operandi immediatamente copiato dalla Commissione Europea con il loro Digital Service Act.

Conclusione

La digitalizzazione offre opportunità, ma è cruciale adottare un approccio equilibrato che renda prioritaria la sicurezza e la privacy. Le decisioni sulla digitalizzazione dovrebbero essere basate su analisi critiche e dibattiti pubblici trasparenti, coinvolgendo comitati etici e garantendo il rispetto dei diritti individuali.

In ultima analisi, la digitalizzazione non deve essere imposta. Deve rimanere una scelta informata, con alternative analogiche sempre disponibili, per minimizzare rischi e abusi. Solo così potremo sfruttare i benefici del progresso tecnologico senza sacrificare la nostra libertà e sicurezza.

BIBLIOGRAFIA

https://www.ilsole24ore.com/art/facebook-rubati-dati-533-milioni-utenti-mondo-ADx4LIVB?refresh_ce

https://it.euronews.com/next/2024/07/19/grave-interruzione-ai-sistemi-di-microsoft-in-tutto-il-mondo-voli-cancellati-e-banche-in-t

https://www.cepol.europa.eu/newsroom/news/cyber-incident-eu-agency-law-enforcement-training-cepol

https://www.bolognacronaca.it/news/ultime-notizie/435170/5-5-milioni-di-dati-di-cittadini-italiani-rubati-e-venduti-sul-dark-web-cosa-rischiano-gli-utenti-con-lo-spid.html

https://www.fanpage.it/attualita/il-canada-ha-congelato-i-conti-correnti-dei-camionisti-no-vax-che-hanno-bloccato-ottawa/

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